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Dite sempre a voi stessi: “Io sono Lui.”
Queste sono le parole che bruceranno le scorie della mente, le parole che faranno scaturire l’energia straordinaria che già è dentro di voi, l’infinito potere sopito nel vostro cuore.
Swami Vivekananda
Siamo immersi in un ciclo di cicli indefinito, durante il quale il nostro io è destinato a esperimentare la luce partendo dal buio.
Il tempo psicologico ci fa credere di essere immersi in una dimensione temporale di tipo lineare, con un inizio, un mentre, una fine, ma è un inganno.
Quando un essere umano esperimenta un senso di vuoto si muove per riempirlo, lo riempie riaffermando la propria esistenza attraverso gli altri, lo fa attraverso la relazione.
A immagine e somiglianza, dal vuoto ci spingiamo attraverso il movimento verso il pieno con un atto di volontà che parte dall’immobilità del pensiero, che è sì vivo e motile, ma solo a livello sottilissimo.
L’uomo si spinge verso l’uomo perché ha bisogno di testimoni, ha bisogno di sapere di esistere. Questa necessità di sapere di esistere attiene al Vuoto, è a Esso connaturata, ma Esso stesso, nella sua Forma Manifesta, che siamo noi, la ignora.
La Verità è il Vuoto, l’illusione è il pieno.
Per il Vuoto Impersonale tutto è conosciuto, poiché in Esso ciò che accade è già accaduto, per il Pieno Personale tutto si compie linearmente attraverso un prima, un mentre e un dopo, ma si tratta di un inganno, per questo la Verità assoluta, ai nostri occhi, non interviene nel mondo relativo. Il potere, la responsabilità è tutta nelle mani di chi è immerso nel tempo che diviene, nostro quindi il potere di generare in noi l’habilitas respondenti, la capacità di rispondere in modo adeguato alle richieste dell’ambiente in cui viviamo, senza nulla più passivamente attendere da Dio. Noi siamo il braccio della nostra stessa Volontà e, nello smettere i panni della vittima, diveniamo i potenti demiurghi di ciò che accade per noi, attraverso noi.
Come un oceano, il Vuoto evapora l’apparenza del Pieno, attraverso molteplici trasformazioni, il vapore diviene nuvola dimentica di essere Oceano.
Il viaggio della consapevolezza è figlio di uno scontro intriso di dualità, di freddo e caldo, di petto contro petto, di opposti che cozzano generando temporali.
È così che nasce la pioggia, dal dolore di uno scontro. La pioggia è quasi un pianto e quelle lacrime siamo noi. La sensazione di precipitare nel vuoto è vera, possiamo imparare a non averne paura. La paura viene dal non ricordare più Chi siamo. Cadiamo nascendo in una ignoranza metafisica necessaria, che ci vede immersi sin dal concepimento in un liquido che chiamiamo amniotico proprio perché genera amnesia, è questo il trauma di nascita di cui parla molta letteratura, la separazione simbolica dalla madre, la perdita dell’Eden, la separazione da Dio, quel non sono degno che serpeggia in noi predisponendoci al viaggio di ritorno a Casa.
Questo nostro pianto può tuttavia trasformarsi in un magico bellissimo volo, figlio di una certezza: ciascuna goccia è figlia dell’Oceano, la separazione è illusoria, tutti torneremo a sapere di essere Ciò Che Già Siamo.
Ogni vita vissuta è una goccia che cadendo dall’alto torna al mare.
Ogni vita è immortale per necessità logica, ogni singola individualità è unica, siamo tutti uno nel nostro essere io, siamo tutti Uno nel nostro essere Dio.
Il viaggio di scoperta di Chi Siamo è lunghissimo, la goccia rimane sulla superficie dell’oceano se cade da poca altezza e presto evapora.
Tanto più in alto sale la nuvola, tanto più in profondità cadrà la goccia.
Tanto più la goccia saprà unirsi alle sue compagne, tanto più veloce e consapevole sarà il percorso di ri-unificazione.
Nel Qui siamo crisalidi d’Angelo, divenirne consapevoli ci permetterà di trasformare l’urlo in canto, il precipitare, in un magnifico volo. La rivoluzione dell’Amore è l’unica che l’essere umano non abbia ancora tentato. L’Olocausto così come ogni altra tragedia umana, è potuto accadere perché NOI lo abbiamo permesso, tutte le efferatezze che ancora accadono nel mondo le permettiamo noi.
Quando accusiamo Dio di non essere intervenuto, ignoriamo che stiamo puntando l’indice verso noi stessi. Dio è noi, noi e Dio siamo la stessa cosa, anche se nel mondo della manifestazione ci hanno insegnato a credere di essere cosa altra da Dio, in verità non c’è separazione.
Ogni essere umano è Forma Individualizzata, siamo goccia, così noi creiamo continuamente in forma piccola e Dio lo fa in modo ineffabilmente macroscopico. Le molte forme individualizzate, formano il mare dell’anima collettiva manifestata.
La guerra è figlia di ciò che l’anima collettiva manifestata crede di se stessa. La collettività crede di essere separata? Crede nella scarsità? Crede che alcune vite valgano più di altre? Crede che sopravviva solo il più forte? Crede nella competizione? Avremo guerra.
Avremo pace quando la collettività ricorderà se stessa divenendo il braccio della Vita, divenendo quindi unità, abbondanza, valore in sé, cooperazione, amore. La somma degli Ego crea un Ego-sistema, l’Eco-sistema nasce da amore, da un “ti amo” che sempre riecheggia ripetendo la stessa affermazione, offrendoci di ritorno nutrimento e crescita. L’amore sempre moltiplica l’effetto del nostro dono, molte sono le volte in cui l’eco ripete il nostro Ti amo regalato al vento.
Il nostro potere viene dall’essere Dio, e ciò per noi è fonte di responsabilità enorme, senza di noi il potere di Ciò che siamo non si manifesta.
Conoscere il “male” per quello che è, è compito nostro, accoglierne l’energia per trasformarla in meglio, è compito nostro, spiegare le ali e trasformare in volo il precipitare, è compito nostro. Ricordare di essere Ciò Che Siamo, questo è il compito nostro.
Quando le nostre Ali si spiegano comprendiamo il dramma di chi precipita, di qui nasce il desiderio di aiutare, è così che diventiamo Dio in atto, solo così, solo attraverso le nostre scelte il Dio Personale che siamo può intervenire impedendo gli olocausti del futuro.
Dio è buono se noi lo siamo, Dio è molto potente quando noi realizziamo che non siamo pioggia ma oceano; è l’unione che fa la forza, l’Uno E’ forza.
La parola d’ordine dell’Uomo Nuovo è: diventa Chi sei.
Un uomo che spiega le Ali lo fa nell’hic et nunc, lo fa qui e ora, cambiando per primo il suo mondo personale, agendo l’unica vera rivoluzione forte in grado di dare respiro all’Uomo, all’Angelo, a Dio, divenendo l’Umanità Possibile.
Il mondo ci chiede di prestare attenzione, l’attenzione genera consapevolezza di ciò che è, capire ciò che è genera responsabilità, la responsabilità crea la giusta risposta attraverso l’azione, l’azione se è disinteressata genera il bene, il bene è Ciò Che È, Ciò Che È è Dio, Dio siamo noi, noi siamo il Bene. La consapevolezza crea il Bene.
Il Paradiso non è luogo, ma una pratica e una postura del Cuore.
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Non esistono uomini cattivi dunque, ma solo uomini inconsapevoli di sé.
“…poiché il cattivo non è che il buono torturato dalla fame e dalla sete.”
Kahlil Gibran
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Alberto Pomari – Counselor e Alpinista interiore
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