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La nostra personalità non è un monolite granitico coerente e sempre uguale a se stesso, altresì è figlia di una moltitudine di parti di opposta polarità, positive e negative, nonchè di un nucleo centrale detto Ego Consapevole, un “luogo delle scelte” in grado di generare equilibrio.
Ogniqualvolta la nostra persona entra in uno spazio-ruolo, si veste di una sub-personalità che equivale a uno spicchio dell’intero e che prevede comportamenti specifici, anche di molto contradditori rispetto a quelli proposti da altre parti della personalità.
Il cosiddetto Critico Interiore è sempre presente in ciascuno dei vari spicchi costituenti la nostra personalità e si comporta come una sorta di genitore rigido e pieno di ansie, che presumendo di sapere ciò che è bene per noi, interviene di continuo criticando le nostre scelte e la nostra stessa essenza, limitando di continuo i nostri movimenti, con lo scopo di preservarci dalla potenziale sofferenza derivante da frustrazioni e fallimenti.
LO SCOPO DEL CRITICO INTERIORE
Il suo scopo è quello di proteggerci quindi, ma con il tempo la sua ingerenza diventa tale da risultare castrante, poiché temendo il nostro insuccesso, ci insinua nel cuore la paura di mettersi in gioco, sminuendoci continuamente in un reiterato confronto con gli altri.
Il Critico Interiore altro non è se non una funzione psichica regalataci dalla Intelligenza suprema che regge le cose del mondo, con lo scopo di interiorizzare tutte le regole imposteci dai nostri genitori in primis e dalle autorità poi.
L’intento educativo originario risulta però distorto dai continui interventi limitanti volti, in ultima analisi, al solo modellarci in base alle attese degli altri (famiglia, educatori, società e cultura cui apparteniamo).
Fin dal momento della nascita, il nostro comportamento è stato modellato dal Critico con lo scopo di garantirci cibo, vestiti, un tetto e solo poi, anche l’amore.
Data l’importanza vitale di assicurarsi l’approvazione, l’affetto e il sostegno dei nostri genitori, sin da bambini abbiamo quindi iniziato a porre in atto strategie volte a ottenere l’accudimento, attraverso il pieno rispetto delle loro regole e aspettative.
IL CRITICO INTERIORE E’ IL CUSTODE DI TUTTE LE REGOLE
Il Critico Interiore è divenuto quindi piano piano il massimo conoscitore di quelle regole, divenendo anche uno specialista nel farle rispettare e nel ricordarci continuamente quali dovrebbero essere i comportamenti più appropriati, con lo scopo di evitarci di incorrere nelle ire e nella disapprovazione genitoriale.
Durante la nostra crescita dunque, i nostri genitori ci hanno impartito lezioni attraverso premi o castighi, portandoci alla definizione di regole di cui il Critico è divenuto il custode principe.
Ogni volta che le infrangiamo, il Critico interviene rimproverandoci aspramente, per aiutarci a rimanere all’altezza delle regole che noi stessi, identificandoci con la sua voce, abbiamo finito per darci.
LA VOCE DEL CRITICO NON E’ LA NOSTRA
Un elemento di conoscenza fondamentale per poter giungere ad attenuare gli effetti potenzialmente devastanti della voce interiorizzata del Critico, è comprendere che il Critico Interiore non siamo noi.
Quella voce dal tono così categorico che sussurra con insistenza che siamo brutti, grassi, egoisti, inadeguati, falliti, troppo bassi, troppo alti, ecc., quella voce non siamo noi.
Quando sentiamo parole come dovere, problema, sbaglio, dovremmo allertarci, riconoscendo di essere sotto attacco e divenendo consapevoli di trovarci di fronte al nostro peggiore Giudice.
Imparare a vivere è un’arte che comporta commettere degli errori necessari per la nostra evoluzione, ma per il Critico gli errori sono inaccettabili, poiché dal suo punto di vista ci mettono in una situazione pericolosa Il suo intervento quindi è sempre generato dall’ansia ed è immediato e drastico, volto sempre a stroncare sul nascere qualsiasi mossa giudicata non vantaggiosa.
Purtroppo gli interventi del critico, così utili quando eravamo bambini, col tempo si fanno così ingerenti da finire col minare l’autostima personale e quindi il nostro benessere psicologico degli adulti che nel frattempo siamo diventati.
Il Critico quindi ci limita fortemente reprimendo molti dei nostri aspetti, determinando in noi una sorta di incompletezza e di conseguente infelicità.
NON E’ POSSIBILE ACCONTENTARE IL CRITICO INTERIORE
Una cosa fondamentale da sapere è che non è possibile accontentare il Critico Interiore e che ogni nostro sforzo applicato in questa direzione, è destinato a fallire, poiché il Critico è incontentabile e diventa sempre più esigente man mano che tentiamo di assecondarne le richieste.
Continueremo a sentirci paralizzati dall’idea di sbagliare fino al momento in cui decideremo finalmente di fare l’unica cosa giusta: di affrontare il mostro ponendo fine alla sua tirannia.
Un aspetto molto importante da conoscere è che spesso i giudizi del Critico hanno ben poco a che fare con la realtà oggettiva e che quindi le sue drastiche considerazioni su di noi, continueranno a essere tali fino al giorno in cui non ne ridimensioneremo l’impatto energetico limitante, attraverso la consapevolizzazione delle nostre istanze inconsce.
Il Critico ci vuole sempre al top secondo i SUOI canoni, “una ricetta particolarmente efficace consiste nel permettersi di essere normali… se non sei più concentrato sul bisogno di attivare l’attenzione e di essere sempre protagonista, avrai molta più energia a disposizione per fare del tuo meglio per stare bene con te, con gli altri e col creato”.
Il Critico Interiore. Mai più contro noi stessi! di Hal e Sidra Stone
DEVI ESSERE UN BRAVO BAMBINO – Il Bambino interiore
Uno dei compiti principali che il Critico Interiore si è da sempre assunto, è quello di farci essere “bravi bambini”; come visto infatti obbedire alle regole dell’ambiente famigliare garantiva al bambino che siamo stati accudimento, amore e quindi sopravvivenza.
Il processo di crescita personale porta ciascuno di noi a sviluppare alcuni aspetti della nostra personalità (aspetti primari) e a reprimerne altri (aspetti secondari), ma l’aspetto più delicato e più spesso ignorato della nostra personalità, è l’aspetto del Bambino interiore, un frammento vivo che abita in noi e che ciascuno di noi possiede.
Vulnerabile e colmo di profonde esigenze il Bambino interiore, pur costretto in un angolo dalle esigenze dell’adulto, non cessa mai di esistere seppur non visto.
Il Critico Interiore è cresciuto con il nostro bambino ed è proprio per proteggerlo che si è fatto custode delle regole dell’ambiente in cui siamo cresciuti.
Tuttavia col passare degli anni l’energia del Critico diviene distruttiva per il nostro Bambino interiore, finendo col tradire il compito originario di protezione e giungendo quasi sempre a umiliarlo.
Per il Critico quello che facciamo o siamo, non è mai abbastanza, la sua convinzione principale è che noi non ci si debba mai permettere di far sapere chi siamo o cosa facciamo, per non incorrere nel pericolo di essere feriti o respinti.
Divenire consapevoli di come funzioniamo, costituisce quindi la chiave per porre fine alla dinamica di controllo vessatorio esercitato dal Critico sulla parte più delicata della nostra personalità: il nostro Bambino interiore appunto.
L’OBIETTIVO E’ FAR SORGERE UN EGO CONSAPEVOLE
Il nostro obiettivo diviene dunque quello di fare sorgere in noi un Ego Consapevole in grado di assumersi il compito di divenire genitore della nostra parte bambina al posto del Critico, attraverso un atto potente ed evoluto: l’auto-genitorialità.
Farsi diaframma, frapponendo la nostra consapevolezza tra il Critico e il nostro Bambino Interiore, consente di promuovere la maturazione del bambino che tornerà a sentirsi forte perché accudito e amato da NOI e consentirà l’attenuazione della sferzante energia del Critico che potrà finalmente sentirsi sollevato da un compito genitoriale che lo teneva perennemente in ansia.
Gli studi svolti sull’energia del Critico Interiore, hanno evidenziato che la sua ingerenza nella nostra vita è tanto più limitante quanto più forti e negativi sono stati i giudizi e le umiliazioni che abbiamo ricevuto.
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Il Critico interiorizza i valori della società e bombardato da messaggi sulla bellezza come valore, a sua volta ci bombarda di critiche sul nostro fisico: essere “ordinari” è divenuto praticamente inaccettabile per il Critico.
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Lo specchio è un oggetto magico in grado di assurgere a metafora della vita, poichè l’immagine che riflette è priva di realtà intrinseca (se lo specchio cade e si rompe, noi non ci rompiamo con lui), identificarsi con la nostra immagine quindi è figlio di ignoranza metafisica di “Chi siamo”, è figlio di avidya come direbbero in India, di non (a) conoscenza (vidya), di ignoranza appunto e porta con sé grande sofferenza, poiché identificarsi con ciò che è impermanente, genera instabilità, in modo inevitabile.
Noi non siamo solo il nostro corpo e nemmeno solo la nostra mente, poiché possiamo esperire entrambe. Tutto ciò che posso osservare, emozioni, mente, corpo, non è Noi. Noi siamo quindi “chi fa l’esperienza”, l’osservatore, un’energia impersonale che come tale può osservare ovviamente anche l’attività del Critico Interiore, favorendo, con il solo atto dell’osservazione, la nostra disidentificazione dal suo operato.
COME RICONOSCERE IL CRITICO INTERIORE
Un metodo sicuramente valido per sviluppare in noi un centro in grado di riconoscere l’opera censoria del Critico, è notare come quest’energia sia in grado di emettere sentenze assolute e serie, su qualsiasi argomento venga sottoposto alla sua analisi: gomiti, rotule, lobi, capelli 🙂
… il Critico propone verità assolute insostenibili e ben più che spesso le sue osservazioni sono esagerate.
Scoprire questo lato, come dire, assolutista e imperfetto del Critico, è il primo passo per attenuare l’ossessività reiterata dei suoi giudizi.
La sua voce dunque vive dentro di noi, ma “non è noi” e sapere questo scrive libertà nei nostri cuori.
Tuttavia in assenza di consapevolezza, il Critico, costantemente influenzato da messaggi espliciti o addirittura subliminali, ha interiorizzato standard spesso irraggiungibili e pretende da noi sempre di più.
Il Critico è divenuto oggi sempre più ansioso nei nostri confronti, persuaso com’è dai media sulla necessità di apparire giovani e belli, ed è quindi diventato sempre più insicuro e a disagio, poichè costantemente in allarme.
Così, temendo sempre di più la nostra inadeguatezza, s’è fatto più feroce nei suoi giudizi, generando continuamente nuove richieste.
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Una delle attività preferite del Critico è quella di paragonarci con i modelli proposti dalla pubblicità e dalla moda, attività che alimentano appositamente falsi “bisogni”, a scopo di lucro.
La società occidentale in particolar modo è gestita in modo tale da farci credere che è vero solo ciò che vediamo e tocchiamo, rendendoci artatamente privi della memoria di Chi siamo e quindi schiavi di una “cultura” che ci vuole consumatori mai paghi, sempre insicuri e a disagio e quindi disposti a spendere ancora e ancora, per acquistare nuovi miraggi e nuove promesse di felicità. L’infelicità è la madre degli acquisti compulsivi.
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“La caratteristica del Critico è la predisposizione a occuparsi di ogni settore della vita, a livello fisico, emotivo, mentale e spirituale…”
Il Critico Interiore. Mai più contro noi stessi! di Hal e Sidra Stone
IL CRITICO OLISTICO
Negli ultimi decenni in Occidente si è prestata grande attenzione alle tematiche psico-spirituali nate in risposta a un sempre più dilagante senso di vuoto e di mancanza, che hanno dato origine a una forte domanda di crescita personale.
Libri, riviste, seminari, movimenti di consapevolezza, corsi di meditazione, hanno creato un grande cambiamento in buona parte della società occidentale, un cambiamento auspicato e pieno di promesse, portatore di opportunità nuove, ma pieno anche di paradossi imprevisti, come quello rappresentato dal cosiddetto Critico Olistico, ovvero il Critico Interiore divenuto super esperto di come dovremmo essere a livello spirituale e accanitamente pronto a sottolineare le mancanze e l’inadeguatezza rispetto al modello spirituale interiorizzato. Il Critico Olistico, ha fatto tutti i corsi che abbiamo fatto noi, con noi, è divenuto espertissimo delle nuove regole e: ci vorrebbe santi!
La via per uscire da questa possibile trappola è riconoscere se stessi come gli unici veri guru cui fare affidamento, giungendo finalmente attraverso la volontà e alla Consapevolezza, alla cessazione del giudizio negativo nei nostri confronti, una integrazione progressiva e necessariamente graduale dei molteplici sub-aspetti della nostra personalità, un vero e proprio processo di trasformazione alchemica del piombo, in oro.
Cambiare diviene quindi sinonimo di scelta: scelta di accogliere attivamente ciò che c’è, senza giudizio, promuovendo finalmente un approccio amorevole e di compassione nei confronti della nostra duplice essenza metafisica di perfettibilità relativa (Terra) e di silenziosa, immobile, vuota, a-formale, a-temporale, immanifesta Perfezione (Cielo).
In assenza della comprensione di “Chi siamo”, il Critico può divenire un persecutore feroce, animato da una profonda avversione nei nostri confronti.
L’originaria energia di protezione, divenuta pesante, distorta e pervasiva, può generare una mancanza di autostima così marcata, da scatenare stati depressivi anche gravi, potenzialmente accompagnati da forti impulsi all’autodistruzione.
È il caso del Critico Killer, un’energia la sua, figlia di una mortificazione delle forze istintuali che venendo represse, divengono causa di blocchi energetici in grado di inficiare un sano processo di crescita personale.
Un Critico Killer può compromettere seriamente la qualità della nostra esistenza, alimentando un senso di vergogna che in taluni casi può divenire insostenibile.
E’ il caso delle persone abusate durante l’infanzia, esse provano vergogna per quanto è successo e coltivano un senso di colpa che spesso le porta a mantenere vivo un periodo di segretezza sugli eventi accaduti.
Quanto più a lungo dura il segreto tanto più potente diviene il Critico.
Anche i bambini non voluti o sopportati, possono sviluppare un Critico impietoso, pronto a indurli a pensare di non avere diritto a esistere.
Le persone che invece hanno subito una educazione fredda e distaccata, avendo fatto esperienza di mancanza di calore e affetto e avendo spesso subìto maltrattamenti, possono sviluppare col tempo critici spietati che si assumono il compito di protrarre l’opera di maltrattamento, interiorizzata come Super Io.
Una fonte di forza è garantita al Critico Interiore dalle energie istintuali represse quindi, la cui valenza è utilizzata contro di noi dal Critico, con rabbia incontrollabile e profondo disprezzo.
In questo caso il programma di crescita personale, deve prevedere il recupero delle energie istintuali represse, all’interno della nostra cosiddetta famiglia interiore e un mezzo davvero efficace è garantito dall’utilizzo di un diario attraverso il quale instaurare un dialogo con il Critico; un mezzo molto valido questo, che però va consigliato solo se il Critico non è troppo feroce.
Ciascuno di noi durante l’infanzia ha compiuto delle scelte quindi, privilegiando alcuni aspetti della personalità ritenuti più funzionali e reprimendone altri considerati meno idonei a garantire l’accudimento di cui avevamo bisogno.
Ciò che chiamiamo “Io” corrisponde in realtà agli aspetti dominanti e misconosce quelli repressi.
L’Uni-verso come rivela la parola è appunto rivolto verso l’Uno e dunque agisce nel rispetto del principio di Unità ed è per questo che non contempla il rifiuto, che in sé contiene l’idea di separazione.
Accade così che gli aspetti repressi in noi stessi, ci vengano puntualmente ripresentati dallo specchio vivo generato dai rapporti con gli altri, così “odieremo” o verremo irresistibilmente attratti dalle persone che ci ricorderanno gli aspetti di noi che abbiamo ignorato o rifiutato.
Il Critico avendo fatto propri i principi promossi dagli aspetti dominanti da noi scelti, si adopera a che vengano rispettati, intervenendo con forte severità.
LA NASCITA DELL’IO CONSAPEVOLE
Solo il sorgere di un Io Consapevole potrà porre freno alla straripante presenza del Critico.
Il problema continuerà a persistere fintanto che continueremo ad assecondare il piccolo io vivo in noi e tremante, convinto di essere i vari sè dominanti.
“Ogni sè primario sta aspettando la nascita di un Io Consapevole per rilassarsi e prendersi una meritata vacanza, pronto a intervenire solo in situazioni di emergenza!”
Il Critico Interiore. Mai più contro noi stessi! di Hal e Sidra Stone
In mancanza di consapevolezza quindi, quella che è stata pensata come una energia volta a promuovere la vita relazionale, può trasformarsi in un vero e proprio tiranno, come abbiamo visto.
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Una buona relazione con gli altri è senza dubbio figlia dell’interiorizzazione delle regole sociali, ecco perché il critico è così attento ai giudizi della gente.
Il critico teme profondamente che veniamo abbandonati o respinti, perciò fa di tutto per evitarci queste esperienze, reprimendo qualsiasi nostra azione suppostamente inappropriata.
Ignorare l’energia del Critico Interiore ci mantiene in una dimensione personale immatura e infantile, che provoca in noi un enorme bisogno di approvazione da parte delle persone che ci circondano, cui attribuiamo inconsciamente un ruolo genitoriale e dalla cui opinione dipendiamo per riuscire ad anestetizzare il giudizio spesso ferocemente negativo espresso nei nostri confronti dal nostro Critico Interiore.
IL CRITICO DIVENTA GIUDICE QUANDO…
Quando l’energia del Critico sposta la propria attenzione da noi agli altri, dall’interno all’esterno quindi, il Critico assume i panni del Giudice;
il Critico e il Giudice sono quindi due aspetti della stessa energia e, come detto, il Critico giudica noi, mentre il Giudice critica gli altri.
Tutti noi quindi possediamo questa ambivalenza e la agiamo più o meno spesso.
La persona che possiede un forte Critico Interiore, racchiude in sé un Giudice altrettanto forte.
Accade spesso che per salvare noi stessi dei feroci giudizi del Critico, noi si attivi il Giudice.
Questi spesso agisce attraverso giudizi silenziosi, ma comunque sempre percepiti dagli altri sotto forma per es., di un disagio la cui causa non viene compresa.
Curiosamente coloro che sono abituati a criticare e colpevolizzare gli altri, vengono percepiti come persone sicure di sé e dal carattere solido, ma si tratta di un equilibrio apparente, di una stabilità che può essere facilmente compromessa da eventi imprevisti quali una malattia, un divorzio, un licenziamento, un fallimento, eventi destabilizzanti in grado di scatenare verso l’interno l’energia critica distruttiva che prima era rivolta verso l’esterno, provocando così depressione, insicurezza e infine perdita dell’autostima.
Queste persone possono diventare improvvisamente fragili, avendo perso, in modo inatteso, un potere apparente figlio di una illusoria percezione di sé come individui superiori a chiunque altro.
Un ulteriore fenomeno molto interessante è quello generato da una coppia di individui all’interno della quale uno dei due eserciti in modo decisamente forte la propria energia di Giudice; ciò che è emerso dall’osservazione, è che l’individuo che subisce la carica di giudizi negativi, mette inconsciamente a riposo il proprio Critico Interiore, il quale si acquieta poichè pienamente soddisfatto dall’opera del cosiddetto Giudice Esterno.
Come già visto ogni adulto è abitato da un Bambino Interiore bisognoso di cure attente e di amore, ma un Critico Interiore forte è in grado di annichilire la nostra crescita, rendendoci bambini nelle relazioni con i nostri simili.
La mancanza di consapevolezza di tali dinamiche provoca un approccio immaturo ai nostri simili, che vengono percepiti come potenziali “padri” e “madri” del nostro bambino, così bisognoso di protezione e rassicurazione; ma affidare agli altri questo lato così delicato e prezioso della nostra personalità, comporta una attribuzione di responsabilità che nessuno è in grado di sostenere, nessuno infatti è in grado di accudire il Bambino Interiore di un altro e a lungo andare questa situazione genera rabbia e insofferenza nelle persone cui viene attribuito il ruolo genitoriale e delusione nella persona che avverte che il proprio Bambino Interiore non viene accudito secondo le attese.
Un altro effetto davvero rimarchevole è quello provocato dalle valutazioni negative che esprimiamo verso noi stessi quando lo facciamo ad alta voce e al cospetto altrui.
Il pensiero è energia, così una autocritica liberamente espressa provoca negli altri una risposta di tipo energetico.
E’ importante sapere che criticare apertamente noi stessi, scatena il giudice nelle persone che ci stanno attorno:
“Il sé bambino che si sente in colpa, attiva inconsapevolmente il genitore rimproverante”.
Il Critico Interiore. Mai più contro noi stessi! di Hal e Sidra Stone
In generale uno dei modi per tenere sotto controllo l’energia del Critico, è divenire consapevoli che la nostra personalità si compone di varie parti, le sub-personalità appunto.
Quanto più diverremo osservatori consapevoli delle nostre Parti, tanto più ci disidentificheremo da esse, determinando una minore influenza del nostro Critico, a sua volta divenuto Parte osservata e quindi “oggetto” esterno alla nostra essenza più vera: il Nucleo.
La prima via per affrancarsi dall’opera distruttiva del Critico è quella indiretta quindi e consiste nel separarsi dagli aspetti dominanti della nostra personalità, facendo sorgere un Io Consapevole in grado di ridimensionare il Critico stesso.
La via diretta invece è garantita dal cosiddetto principio di conversione, ovvero la capacità di interpretare la sofferenza causata dal Critico, una capacità questa che permette la comprensione di quali paure stiano alla base dei suoi interventi.
Per comprendere dobbiamo ricordare che il Critico è nato con lo scopo di proteggere il nostro Bambino Interiore e che per farlo è disposto a tutto pur di evitargli di provare imbarazzo, umiliazione e vergogna.
Per ottenere questo risultato, il Critico ci vuole sempre forti, sicuri e indipendenti, ed è per questo che ci impone di mettere da parte il nostro io bambino delicato e sensibile, di fatto negandolo e soffocandolo.
Negato quindi e nascosto, il nostro Bambino Interiore subisce il Critico, in attesa che il nostro io giunga a maturazione, in attesa di venire liberato dall’opprimente energia del Critico.
SCRIVERE AIUTA A DISIDENTIFICARSI DALLA VOCE DEL CRITICO
Una volta che si è giunti, grazie un percorso di autoconoscenza, a riconoscere la voce del Critico, si comincia a disidentificarsi dallo stesso, sviluppando infine il cosiddetto Io separato, un Io più forte e consapevole che comprende e dialoga con la moltitudine di sé che costituiscono la nostra personalità.
Un metodo molto efficace per entrare in contatto con le Voci dei nostri sé e rafforzare l’Io Consapevole, è la scrittura.
Scrivere è un mezzo straordinariamente potente e aiuta a favorire i cambiamenti, permettendo all’Io di affiorare attraverso il dialogo con i propri aspetti dominanti, con quelli trascurati e, naturalmente, con l’onnipresente Critico Interiore.
Fare esperienza di un sè in grado di riconoscere le preoccupazioni del Critico, senza che questi abbiano il sopravvento, ci permette di assurgere al ruolo di genitori di noi stessi, assumendo su di noi il ruolo precedentemente svolto dal Critico con i suoi ormai ben noti eccessi d’ansia.
Quando l’io diviene consapevole di sé, diviene anche in grado di accogliere gli aspetti negati, aumentando così la capacità di integrare gli aspetti rifiutati del nostro sé e divenendo, in ultima analisi, un essere umano più completo ed equilibrato.
La via dunque per attenuare la pervadente e distruttiva energia del Critico, è quella garantita dal far sorgere in noi un centro di consapevolezza in grado di prendere le distanze dalle emozioni generate dal nostro sistema limbico, e conoscere come funzioniamo a livello psicofisico, ci aiuta sicuramente a diventare osservatori di ciò che c’è, favorendo così il sorgere dell’auspicata consapevolezza di sé.
Viviamo tuttavia in un mondo che proditoriamente ci spinge a sentirci “sbagliati” e che ci promette felicità se sapremo essere “speciali”, essendo quindi più bravi, più belli, più ricchi di qualcuno; una bella trappola questa per chi basa la percezione del proprio valore su cose che possono essere perse.
Il Critico confronta, sminuzza, paragona e quindi ci spinge ad essere “speciali”.
Comprendere chi, o che cosa ci spinge a sentire il “bisogno” di essere speciali e perché, è un’ottima via per comprendere da dove giungano certe urgenze e la conseguente incapacità di accettare la nostra ordinarietà.
DIVENTARE GENITORI DI NOI STESSI
Fino a quando non giungeremo diventare genitori di noi stessi, continueremo ad agire come bambini sofferenti che brancolano incerti, portando al proprio seguito un cordone ombelicale strappato e penzolante, sempre alla ricerca di altre persone cui aggrapparsi nella speranza di ottenere un nutrimento impossibile, nel reiterato testardo tentativo malato, di ricreare le proprie figure genitoriali, attribuendo a chi ci circonda il ruolo di “padri” e di “madri”, nella spasmodica ricerca di soddisfare il nostro gigantesco bisogno di approvazione, con lo scopo segreto di anestetizzare il giudizio negativo che noi stessi esprimiamo nei nostri confronti, come già visto.
Noi il problema, noi la soluzione quindi.
Siamo noi, nella consapevolezza, il padre la madre di noi stessi, la fonte inesauribile di un nettare divino che placa la sete e che svela la meta indicando la via da percorrere: l’amore di sé (per la propria perfettibilità) e l’amore per Sé (per la propria Perfezione) in uno sposalizio fra Terra e Cielo che, trascendendo la dualità, realizza l’Uno.
Peccato è termine che deriva dal tiro con l’arco, quando l’arciere mancava il bersaglio, lo peccava appunto. Peccato è dunque non fare centro, o metaforicamente non ri-conoscere di avere un centro, un nucleo divino silenzioso e stabile, dal quale attingere il senso della vita, ri-conoscendo la direzione da seguire.
Fino a quando ciascuno di noi, per ignoranza metafisica, continuerà a tradire la propria Essenza negando i propri bisogni e sabotando le proprie capacità, sino ad allora il Critico Interiore continuerà ad agire distruttivamente la propria energia, alimentando credenze personali limitanti, quali il senso di inadeguatezza, di fallimento ecc.
Il Critico Interiore (il Super Ego di Freud) è energia profondamente legata all’istinto di sopravvivenza e quindi alla paura, e la paura è un’emozione, una reazione impulsiva, “di sangue”, che separa innanzitutto dall’adesso, dal presente, dal qui e ora, promuovendo quindi una menzogna colorata emotivamente da ciò che più non esiste, se non nei meccanismi automatici di difesa promossi dal sistema limbico.
Emanciparsi dal Critico Interiore diviene dunque operazione fondamentale per la crescita dell’Uomo Nuovo, un’Essere Umano finalmente consapevole di sé che vive nel presente, libero da pregiudizi e reazioni, segnando il passaggio epocale dal “sopravvivere, espressione della nostra animalità, al vivere, culmine della nostra umanità.”
La libertà di essere se stessi di Avikal E. Costantino
La sofferenza psicofisica rivela la propria valenza positiva generando un forte desiderio di crescita e di espansione, che è proprio figlio dell’esperienza di mancanza: mancanza di libertà, di creatività, di amore.
LA MISSION
È proprio questo il senso di questa crescita nuova verso una direzione che dalla paura procede finalmente verso l’amore, determinando crescita e quindi conoscenza di sè.
Una conoscenza nuova e antica dunque, sempre uguale a se stessa in fondo, che ciclicamente si rinnova attraverso ogni esistenza e attraverso l’Anima Collettiva che abita ciascuna Epoca.
Oggi la nostra, sembra offrire un varco, permettendo di intuire al di là del velo un’Umanità Possibile, in grado di costruire una società nuova, giusta, equa, decondizionata e finalmente in grado di ri-cor-dare, di ridare cuore alla propria Verità Personale, tornando finalmente a ri-conoscere il proprio individuale, ma anche collettivo, Valore Intrinseco.
Alberto Pomari – Counselor Integrale a indirizzo Olistico
Per un appuntamento chiama il 339 65 64 011
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