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Le emozioni sono energia che si muove e l’energia ha due polarità: una è positiva, una è negativa.
L’essere umano è come il capitano di una nave che solca il mare. Per avere direzione il capitano ha bisogno di una mappa (la mente) e di una bussola (Il cuore).
La Tua mappa può essere oltremodo dettagliata, ma non ti porterà a casa se Il suo Nord non si accorda con la bussola.
Fuor di metafora, i pensieri che la nostra mente genera, sono la causa delle emozioni che il Cuore ci fa conseguentemente provare.
Per esempio, se la mia mente crede di non farcela e pensa di essere impotente, il mio cuore mi manderà immediatamente una dose di energia sotto forma di rabbia.
La rabbia è l’emozione più vicina all’Essenza, se la trasformi diventa forza!
È importante sapere che le emozioni vengono per aiutare il Capitano della nave: quelle di polarità positiva gli confermano che la rotta è giusta (per es.: “Come mi sento?”, se la risposta è “Mi sento allegro, carico, fiducioso e felice”, beh la direzione è quella giusta); le emozioni di polarità negativa invece, come rabbia, tristezza, paura, segnalano al Capitano che la nave è fuori rotta e il disagio che provocano, è una forza sacra che preserva la vita, chiedendo un cambiamento di rotta appunto.
Su una scala da uno a dieci, il volume delle emozioni cambia in base alla capacità di ascolto del Capitano: se il Capitano dorme e non vuole essere disturbato, il volume del disagio dovrà necessariamente salire, per svegliarlo in tempo, avvertendolo del pericolo degli scogli!
È sufficiente un volume tre per fare cambiare rotta al marinaio attento alla bussola.
In assenza di ascolto delle emozioni e in assenza di un conseguente cambio di rotta, il Cuore si comporta come se il Capitano fosse sordo e alza il volume, per farsi sentire.
La paura è una emozione amica, come lo sono tutte le emozioni di polarità negativa, chiede che noi si sia pronti, svegli, presenti e se la risposta che offriamo è il perdurare del nostro sonno, come detto, alzerà il suo volume sino a generare, in assenza di cambiamento, una paralisi comportamentale, un attacco di panico.
Il panico accade perché tu non rispondi, la paura permane perché tu non la affronti.
La paura, lo spiega bene Dino Buzzati nel suo bellissimo racconto breve “Il colombre”, ha un dono nelle sue mani per Te: il coraggio.
È il coraggio il dono della paura, ma ci vuole disponibilità a viverla, a provarla.
La paura va accolta, va benedetta, va trasformata, è solo così che riusciremo a portare la nave in Porto, è solo così che si impara a smettere di giudicare la Vita.
Integrazione è cessazione del giudizio negativo, le cose accadono PER Te e non A te.
Le emozioni vanno accolte, non negate, vanno vissute e ascoltate, non represse.
La sensibilità è: basta un volume emotivo di livello tre per farmi cambiare rotta.
È questa la respons-abilità da acquisire, l’ascolto del cuore e del suo linguaggio: le emozioni.
E’ questa l’unica abilità di risposta che può metterci al riparo dagli scogli e dai danni provocati dal Capitano che dorme.
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