Quando chiedo alle persone: “Che cos’è per Te la felicità?”, nove volte su dieci mi sento rispondere: “La felicità è stare bene”.
Cinque millenni orsono, gli antichi Rishi, i veggenti, grazie alla Meditazione, avevano intuito che tutto è Uno, che tutto è energia, che tutto è connesso e interrelato; oggi quelle verità intuite grazie alla connessione con la Fonte, oggi dicevo, quelle verità vengono confermate dalla più moderna delle scienze: la Fisica quantistica.
Tutto è Uno, tutto è connesso, tutto è correlato, tutto è energia. Gli antichi saggi animisti, avevano compreso quindi l’unità del mondo e l’avevano interiorizzato così profondamente, che la lingua che avevano canalizzato meditando, il Sanscrito, vedeva nel proprio vocabolario, l’assenza della parola “rifiuto”: in un Universo segretamente Uno infatti, in cui tutto è unito al di là delle apparenze e che tutto include, come poteva esistere una parola così profondamente escludente come “rifiuto”?
Rifiutare quindi, in presenza di consapevolezza, significa dividere, e di-vidère è una menzogna, significa vedere il due là dove appunto tutto è Uno.
Se dunque, il mio stare bene comportasse lo stare male di qualcun altro, la felicità dividerebbe il mondo, una cosa questa non solo falsa, ma anche impossibile.
Così, che cos’è la felicità?
Un paio d’anni fa sono entrato in contatto con una definizione di felicità che ho fatto mia, me l’ha offerta l’ACT, una nuova corrente di Psicologia.
Senti che cosa dice Russ Harris: “La felicità è vivere una vita piena, ricca, significativa, nutrendo in sè una totale e profonda disponibilità a fare esperienza dell’ampio spettro delle umane emozioni.”
L’Universo chiede competenza, e conoscere il linguaggio e il senso delle emozioni è possedere la competenza richiesta.
Tutto è energia, anche le emozioni (dal latino “emovere”, le emozioni sono energia in movimento). L’energia è una, ma possiede due polarità: una positiva e una negativa. Le emozioni sono una bussola, indicano al marinaio che siamo, qual è la rotta.
Quando alla domanda “Come sto?”, mi rispondo affermando: “Bene, mi sento carico di energia, appagato e felice”, saprò che la direzione è quella giusta; quando invece alla succitata domanda, rispondo dicendo che mi sento infelice, triste e impaurito, saprò invece che la rotta è persa e che il mio legno sta navigando fuori rotta, puntando pericolosamente verso gli scogli.
Chiunque, trovandosi in mare aperto, vedendo il Capitano di una nave prendere a calci la bussola, pretendendo di usare solo la mappa, sappia di trovarsi di fronte a un folle!
La felicità non è stare bene, la felicità è saper vivere con arte e consapevolezza le prove offerte dalla vita, sapendo che tutto accade PER Noi e non A noi. La felicità è cessazione del giudizio negativo, è integrazione, e integrazione è l’azione che ti rende integrato (dal latino “intus” = dentro, “gratus”, grato dentro), non più disintegrato, ma restituito altresì all’Uno e quindi al Vero che tutto governa, tutto regge e tutto include.
PROCRASTINARE E’ COSA ALTRA DAL RIMANDARE: di fronte a un’emergenza imprevista, rimandare è ciò che facciamo quando stabiliamo che ci occuperemo di questa cosa lunedì 9 Luglio alle 11 precise! Procrastinare invece, significa che ci occuperemo di agire “domani”, un tempo indefinito, di sogno, che non arriva mai.
PROCRASTINARE FA FINIRE L’AUTOSTIMA SOTTO AI TACCHI! PRIMA CHE IL TEMPO TI RENDA ORAMAI VECCHIO, FA’ QUALCOSA CHE NON HAI MAI FATTO PRIMA, IL PRIMO PASSO NON TI PORTA DOVE VUOI, MA TI TOGLIE DA DOVE SEI!
Io sono Alberto Pomari, il Counselor che ha scritto “Guru di me stesso – Manuale di alpinismo interiore”.
EVITA DI PROCRASTINARE, CONTATTAMI SUBITO!
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“Scrivere è un po’ come fare i minatori di se stessi: si attinge a quello che si ha dentro, se si è sinceri non si bada al rischio di farsi crollare tutto addosso.” Andrea De Carlo
Per saperne di più sul mio manoscritto vedi anche “Il mio libro”
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